venerdì 11 giugno 2010

Un museo per Enzo Cammarata


Lo scenario è quello di una villa del XVIII secolo, ci accoglie il padrone di casa, Enzo Cammarata, 62 anni, tre figli Galaria, Ugo e Stella. Come un mecenate d’altri tempi Enzo Cammarata ha voluto creare, nelle sale della “Villa Delle Meraviglie”, un museo che da lui prende il nome. Per saperne di più abbiamo voluto rivolgergli alcune domande:
- Com’è nato il suo amore per la cultura e l’arte della Sicilia?
«Nella mia famiglia c’è stata sempre questa passione: mio padre, mio zio, e in particolare un mio antenato, Domenico Cammarata, il cui ritratto è conservato nella stanza del sindaco di Piazza Armerina, era un esperto dell’archeologia siciliana. Quando ero bambino vedevo molti oggetti d’arte e chiedevo sempre ai miei genitori di spiegarmi le loro caratteristiche. Questa curiosità, che io ho ancora adesso per oggetti di archeologia, si trasmette anche ai visitatori di questo museo».
- Perché “Villa delle Meraviglie”?
«Tutto ciò che può ricostruire un passato è meraviglia. In queste sale ho voluto raccogliere oggetti, mobili e suppellettili che ricostruissero l’arredamento delle residenze patrizie del '700, che affascinarono i grandi viaggiatori del tempo provenienti da tutta Europa, in visita nei luoghi tanto decantati dagli autori di epoca greco-romana».
- Tra gli oggetti più belli dell’archeologia siciliana c’è un piatto d’oro che prende il nome di phiale: a cosa serviva?
«Era un piatto che nell’antichità veniva posto sulla mano delle statue greche e serviva per le offerte votive».
- Ci sono altre ville romane di importanza pari alla nostra ancora da scoprire nel nostro territorio?
«No - risponde Enzo Cammarata - di pari importanza sicuramente no, nell’hinterland ci sono delle ville e qualcuna con dei mosaici di minore qualità, ma è certo che la Villa del Casale, poiché centro economico e amministrativo di un più vasto territorio, è un impianto unico sia come ampiezza sia come qualità del mosaico».
- Ma come si è proceduto alla localizzazione del suo sito?
«Quando gli antichi romani dovevano scegliere un luogo dove edificare una residenza prestigiosa, prediligevano quei luoghi in cui vi fosse ricchezza di acqua, infatti in prossimità della Villa passava il fiume Gela, al tempo navigabile; inoltre da qui inizia la Piana di Gela, che arriva fino al mare. Studi condotti negli anni, testimonianze archeologiche trovate nel tempo, hanno indotto gli archeologi ad intraprendere, negli anni ’50, scavi sistematici che hanno portato alla luce quel tesoro che è appunto la Villa Romana del Casale».
- L’arrivo della Venere di Morgantina sarà determinante per i flussi turistici ad Aidone e per la nostra città ?
«L’attrazione più rilevante della nostra zona rimane la Villa Romana del Casale. Certo la Venere di Morgantina desterà molta curiosità anche se a mio avviso la testa e le braccia della statua sono sicuramente autentiche, mentre il corpo deve essere stato adattato. Quando arriverà vedremo il risultato».
- Cosa pensa dei lavori di restauro della Villa che sono ancora in corso ?
«La vecchia copertura della Villa progettata dall’architetto Franco Minissi era un buon progetto, adesso stanno facendo una ricostruzione che è molto simile ad un altro progetto che è stato sviluppato ed è visibile sul libro dedicato alla Villa romana del casale che ho pubblicato qualche anno addietro. Adesso è ancora troppo presto per vederne il risultato».
Ringraziamo Enzo Cammarata e continuiamo il nostro percorso all’esterno, dove una vegetazione spontanea ben si coniuga con i giardini che, posti su vari livelli, si affacciano su un paesaggio unico: la valle che pone il sito archeologico della Villa del Casale in posizione di primo piano.


Flavia La Rosa
Clara Lo Presti
Chiara Zagarrio

1 commento:

  1. braveee ragazzeee!!!è stata una bella esperienza frequentare lo stesso corso...e complimenti per l'articolo!!Federica...

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